IL BATTESIMO DI GESU'

La domenica del Battesimo di Gesù (Matteo 3, 13-17). Il Figlio di Dio si mette in fila con i peccatori per questo rito di immersione/purificazione che Giovanni il Battista sta praticando in vista della venuta del Messia. Giovanni “sente” che qualcosa sta per accadere, i tempi sono maturi perché Dio si manifesti al suo popolo. Giovanni non vorrebbe battezzare Gesù, il quale però dichiara che si deve compiere “ogni giustizia”. Frase un po’ misteriosa… c’è un disegno più grande, che non possiamo capire appieno ma in cui cominciamo a entrare. Ci vorrà tutta la vita, la morte e la risurrezione di Gesù per capire qualcosa.
Per Gesù il Battesimo ricevuto nel Giordano – con lo Spirito che discende su di lui, con il Padre che lo dichiara “Figlio amato” – segna l’inizio della sua missione di profeta, di messia d’Israele, di salvatore del mondo.
E il nostro Battesimo che legame ha con quello di Gesù? Che cosa è iniziato per noi a partire dal quel momento, da quel “segno efficace della Grazia” come dicevano i catechismi di un tempo? È iniziata una storia che deve continuare con la vita, con la coerenza evangelica, con l’impegno di mettere Dio al primo posto e subito dopo il prossimo, a cominciare dai più poveri. E non ciascun per conto suo ma insieme, come comunità cristiana, come famiglia dei figli di Dio. La Chiesa è un’avventura da vivere insieme, attenti alle gioie e alle speranze, alle tristezze e alle angosce dell’umanità.
Perché battezziamo i bambini, perché non aspettiamo che siano adulti e decidano da sé, quando possono capire? È un’obiezione ricorrente e che trova riscontro pratico, se pensiamo che nel territorio di Calci i battezzati, rispetto ai nati, in questi ultimi anni sono circa il 60%. Ma per la lingua si aspetta che i figli siano grandi per decidere loro se vogliono esprimersi in italiano o in qualche altra lingua? E se si ammalano si aspetta che siano grandi perché decidano che medicina prendere, da che dottore farsi curare? E se combinano dei guai da piccini, li lasciamo fare perché lo capiranno da grandi come comportarsi? Mi pare che il problema stia qui: se una cosa che per te è buona, desideri trasmetterla alle persone care. Un genitore per i suoi figli sceglie il meglio. Il problema è che per una parte della popolazione il Vangelo di Gesù e quindi il valore della preghiera, l’amore del prossimo, il perdono di chi ha sbagliato, l’accoglienza dello straniero sono aspetti non rilevanti, marginali o per qualcuno addirittura negativi e quindi è meglio farne a meno. A questo si aggiunge il rischio che qualcun altro chieda il Battesimo per il proprio figlio perché è la scusa per fare una bella festa, per far contenti i nonni, perché “tanto una benedizione non fa mai male”. E magari l’equivoco prosegue con la Prima Comunione…
La Chiesa non è un’agenzia che distribuisce sevizi religiosi a buon mercato, i Sacramenti hanno senso a partire dalla fede e con l’impegno a proseguire il cammino di fede, mai separabile dalla carità verso il prossimo. 

Don Antonio Cecconi