L'arte di essere fragili - Paolo Martinelli

Lettera del Presidente Provinciale Paolo Martinelli a tutte le strutture di base Acli della provincia di Pisa dopo l’entrate in vigore del Dpcm 09/03/20 - “L’arte di essere fragili”

#andratuttobene #restiamoacasa #aclipisainforma

Pisa, li 11 marzo 2020

Cari amici,

in questi giorni siamo rimasti in contatto tramite il prezioso lavoro del nostro ufficio di sviluppo associativo e di segreteria inviandovi periodicamente aggiornamenti sul da farsi in merito alla decretazione che regola questa grave emergenza che le nostre comunità e il nostro paese nel complesso stanno vivendo.
In seguito all’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri della serata del 9 marzo abbiamo atteso la giornata di ieri per confrontarci internamente all’associazione e con le altre organizzazioni strutturate in modo similare, al fine di interpretare al meglio la normativa ponendo
prioritariamente la salute delle persone e il rispetto delle volontà dello stato
che si sta spendendo in queste ore con tutte le forze per il contenimento del contagio.
Con dispiacere dobbiamo concludere che è necessario prevedere la sospensione immediata fino al 3 aprile 2020 delle attività delle strutture di base compreso l’attività di somministrazione di alime nti e bevande all’interno dei nostri circoli in quanto queste ultime sono “strettamente complementari a quelle svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali”
P
er le interpretazioni normative che ci portano a questa inedita e dolorosa decisione rimando alla circolare fornitaci nella serata di ieri dalla Funzione dello Sviluppo Associativo Regionale delle Acli della Toscana che trovate in allegato.
Già nei giorni scorsi inoltre era stata comunicata la sospensione del percorso congressuale su tutto il territorio nazionale che vede per la provincia di Pisa il rinvio a data da destinarsi (e ad oggi difficilmente individuabile) del Congresso Provinciale che si sarebbe dovuto tenere sabato prossimo.
A riguardo mi preme però aggiornarvi e sottolineare il quadro di vitalità, di varietà, di bellezza e di prossimità alle persone che è emerso dall’incontro delle oltre cinquanta strutture che i membri della presidenza provinciale hanno incontrato in questi ultimi due mesi. Abbiamo avuto l’occasione di ascolt are le soddisfazioni, i problemi e le fatiche del nostro fare associazione in un tempo di forte cambiamento. Abbiamo trovato ancora una volta conferma che l’incontro e la relazione tra le persone sono la chiave per “sortirne tutti come amava ricor darci il maestro don Lorenzo Milani.
Paradossalmente questa nuova situazione sembra apparentemente andare in direzione contraria perché ci impone quello stare a distanza a cui non siamo abituati che mina il nostro modo fondativo di stare nelle comunità, nei paesi e nei quartieri delle città.
Se siamo in grado di uno sguardo più attento però, ci accorgeremo che l’essere costretti a cambiare temporaneamente le modalità non significa il venir meno delle motivazioni che stanno alla base del costruire le nost re comunità.
Mai come oggi l’attenzione per l’altro, il prendersene cura, il rivalutare i ritmi ed i tempi della nostra vita, il riassaporare la qualità del nostro stare in casa ed in famiglia, il rispettare maggiormente i cicli della natura, il rifletter e in modo più approfondito sulle nostre paure (non solo del contagio) ma dell’altro, del diverso, del vuoto che proviamo quando non siamo in grado di possedere, di controllare, di gestire gli spazi ed i tempi come vorremmo, costruiscono il senso del nostro esserci e del nostro stare.
Mai come oggi riscopriamo in sostanza la nostra fragilità, la fragilità delle nostre comunità e di quanto sia importante l’impegno quotidiano dei nostri circoli, dei nostri servizi, delle nostre relazioni.


Auguro col cuore a tutti noi di cogliere questo tempo di “sospensione” come un’occasione che possa spingerci a riscoprire l’importanza e il significato del nostro agire, del prendere coscienza che “come accade con le stelle, (…) in un attimo si potrebbe perderle, e in quello stesso attimo si comincia a desiderarle, a immaginarle, a progettare come raggiungerle, a sperare” perché “l’arte da imparare in questa vita non è quella di essere invincibili e perfetti, ma quella di saper essere come si è, invincibilmente fragili e imperfetti.” (cit A. D’Avenia da “L’arte di essere fragili”).


Vi saluto con affetto e con vicinanza


Paolo