Lettera su rimozione edicola di Paolo Martinelli

Pisa, rimossa edicola sequestrata alle mafie, ecco il pensiero delle Acli di Pisa

Quando iniziammo ad abitare l'edicola confiscata quel 5 giugno 2014 sapevamo di aver fatto qualcosa di importante.
Un segnale visibile, credibile e innovativo voluto con passione da alcuni.

Per la prima volta in Toscana, seppur nel piccolo, si dava evidenza a chiunque passasse che le attività mafiose esistono e che potevano essere sconfitte grazie al serio lavoro della magistratura, delle forze dell'ordine e ad un'assunzione di responsabilità di una società civile che si dimostrava adulta. Fummo, così, in grado di costruire relazioni economiche solidali e Cultura.

Il progetto e' costato fatica, sacrifici e denaro (non pubblico), ma la consapevolezza crescente e quotidiana che riusciva a infondere nelle persone e il calore della gente ripagavano lo sforzo, anche se i conti faticavano a tornare.

Quando non è stato più possibile portarlo avanti, consapevoli di aver creato dal nulla un simbolo la cui forza andava ben oltre una semplice rivendita di giornali, per l'entusiasmo generato nelle decine di iniziative e i migliaia di giovani coinvolti, quel chiosco DOVEVA CONTINUARE A TRASFORMARSI IN NUOVA VITA.
Era un dovere civico di tutti.

Quel vuoto lascia amarezza perchè non se n'è voluto comprendere a fondo il significato, ma soprattutto non si e' capito il messaggio devastante che la sua rimozione inaspettata e non concertata porta con sé.

Oggi a Pisa il potere dei segni e' stato calpestato dai segni del potere.

Che si torni tutti a partecipare con consapevolezza (non solo quando fa notizia) e che la Politica torni a volare alto.
Ce n'e' tanto bisogno...