MAXI BASE MILITARE A COLTANO, IL “NO” DELLE ACLI PROVINCIALI DI PISA: “FERMA CONTRARIETA’ ALL’INIZIATIVA DEL GOVERNO”

Netta presa di posizione del Consiglio di presidenza dell’associazione in un articolato documento ispirato alla “Laudato Sì”, l’enciclica sull’ecologia integrale di Papa Francesco

Le criticità: impatto ambientale rilevantissimo utilizzando “fondi Pnrr per la militarizzazione di un’area protetta” che “nel clima bellico in cui siamo immersi non aiuta a perseguire un nuovo ordine mondiale basato sul disarmo e la pace fra le nazioni”. Poi la domanda: “Quali prospettive di fiducia può costruire una classe politica che non cerca il confronto sul futuro del territorio con chi lo abita?”

 

PISA, venerdì 22 aprile 2022 – La “Laudato Sì” come bussola. Per dire un “no” convinto, ma anche informato e documentato, alla base militare da 740mila metri quadrati a Coltano, all’interno del Parco di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli, il progetto da qualche settimana uscito dai cassetti e divenuto un “caso nazionale” per la “sua portata simbolica” e “l’assenza di coinvolgimento pubblico della comunità locale”. Anche le Acli provinciali di Pisa prendono posizione. Lo fanno in modo netto e chiaro con un articolato documento  che “legge” il progetto della maxi base militare alla luce dell’enciclica sull’ecologia integrale di Papa Francesco, un testo curato dal Consiglio di presidenza dell’associazione: “Vogliamo richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sui principi ispiratori della “Laudato Si” per una partecipazione consapevole allo sviluppo del nostro territorio e della comunità di domani”. Per lo stesso motivo “dichiariamo così la nostra ferma contrarietà all’iniziativa del Governo” afferma il documento fin quasi dall’incipit.

Un “no” secco per almeno quattro motivi, che nel documento sono articolati in forma di domanda a cui segue la relativa risposta illuminata dalle parole dell’enciclica. Punto primo, la questione ambientale: “Un intervento urbanistico di un così rilevante impatto ambientale in un'area naturale protetta si configura come un rilevantissimo “consumo di suolo” che genera la perdita di una risorsa ambientale fondamentale e fragile con funzioni e servizi ecosistemici come la regolazione del clima, la cattura e lo stoccaggio di carbonio, il controllo dell’erosione e dei nutrienti, la regolazione della qualità dell’acqua e la protezione e mitigazione dei fenomeni metereologici estremi”. Punto secondo, il fatto che la base sarà realizzata attingendo al Pnrr, il piano “nato per rilanciare il nostro Paese dopo una pandemia globale, con risorse dateci in prestito a loro insaputa dalle generazioni future e in questo caso destinate alla militarizzazione di un’area protetta anziché a un nuovo modello di sviluppo, attento alla crescita economica e sociale sostenibile e compatibile”. Sul punto il giudizio delle Acli è perentorio: “Riteniamo necessario che i fondi del Pnrr debbano essere prioritariamente investiti in funzione di un sviluppo garante del futuro dei giovani e per questo che il rispetto ambientale divenga elemento qualificante di un nuovo patto tra generazioni”. Quindi la terza questione, il tema della partecipazione e del “processo decisionale adeguato al nuovo paradigma che con i fondi Pnrr vogliamo immaginare”. Qui il riferimento alla “Laudato Sì” è ancora più esplicito: “Si dimentica che il tempo è superiore allo spazio e siamo sempre più fecondi quando ci preoccupiamo di generare processi piuttosto che di dominare gli spazi di potere” scrive, al riguardo, Papa Francesco. Conseguenza: “Riteniamo che accettare la nuova prospettiva in cui “il tempo è superiore allo spazio” – riprende il documento delle Acli di Pisa – non possa che portare il decisore politico a coinvolgere chi il territorio lo abita, facendosi carico di costruire spazi di partecipazione e consapevolezza reale ed effettiva nelle scelte del territorio. Quali prospettive di fiducia può costruire una classe politica che non cerca il confronto sul futuro del territorio con chi lo abita?”. Infine, “il clima bellico in cui siamo immersi”: “Seppur l’intervento sia stato ideato prima dell’attuale stagione di conflitto, riteniamo che il valore simbolico di militarizzazione di un’area naturale tutelata in un clima come quello attuale – conclude il documento – non aiuti a perseguire quanto la stragrande maggioranza delle popolazioni civili auspicherebbero in particolare in questo preciso momento storico, ossia un nuovo ordine globale delle relazioni internazionali basato sul disarmo globale e la pace tra le nazioni”.

 

In allegato anche il testo integrale del documento

 

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Acli Pisa